Visita Villa Pantelleria
Nel 1734 Francesco Requenses e del Carretto, Principe di Pantelleria acquista, tramite un bando pubblico per vendita fallimentare, un vasto appezzamento di terreno (circa 16 salme) che comprendeva vigne, mandorli, giardino e casino con magazzino, cavallerizza e baglio circondato da muri e con pozzo. Nello stesso anno il principe viene in possesso di un altro appezzamento confinante col primo per consentire l'accesso alla proprietà dalla strada pubblica. La proprietà confinava ad est con i terreni del baglio Scannaserpi (oggi Villa Marraffa) e la via che portava a Sferracavallo (oggi via San Lorenzo); a sud con le terre del principe di Resuttano ( oggi Villa Terrasi); ad Ovest con i terreni della "casena" del Principe di Buonfornello (oggi Villa Barbera); a nord con le terre della villa di Maria Cristina Lucchese (oggi Villa Adriana). Nell'estate del 1734 Francesco Requenses inizia a costruire la villa Pantelleria, per essa scelse il punto più elevato delle sue terre, sulla direttrice Palermo-Sferracavallo, proprio sul dosso di una collinetta di roccia tufacea emergente dalla Piana. La costruzione della villa si sviluppò sotto la guida dello stesso principe che dava in appalto alle varie maestranze le diverse categorie di lavorazioni; l'architetto fu Nicolò Palma che limitò il proprio intervento diretto alla progettazione dello scalone (oggi non esistente), dei pilastri e dei muri bassi detti "furiati". Per la costruzione della villa vennero utilizzati l'antico baglio, un vecchio "casalino con magazzino" ed una costruzione precedente. Tutti i materiali di costruzione impiegati provenivano, oltre che dal luogo stesso della fabbrica, dalle cave delle zone vicine: pietra del Monte Gallo (per la cappella), pietra di Sferracavallo (per la scala circolare), pietra dell'Aspra e pietra dalla cava di Billiemi. E' una delle tante ville che sorsero nella piana dei Colli a partire dal '700 e testimonia la grande trasformazione che subì la campagna intorno a Palermo per iniziativa dei nobili che, attenti ad ogni novità esterofila, avevano seguito l'usanza della nobiltà inglese e francese di costruirsi case per la villeggiatura nelle campagne circostanti la città. Una delle zone di espansione urbanistica fu la Piana dei Colli (a Nord della città), che il marchese di Villabianca descrive come grande e ridente prateria del contado palermitano, detta dei Colli perché compresa tra montagne brulle: Monte Pellegrino, Monte Gallo e Monti Billiemi, che per la loro altezza limitata furono chiamati "Colli". Qui, oltre ai nobili, contribuirono a rafforzare la nuova usanza anche alcuni mercanti e grandi borghesi attratti dalla possibilità di ottenere considerevoli guadagni dalla coltivazione di orti e vigneti. Essi avevano ben capito di trovarsi in condizione di inferiorità rispetto alla grande agricoltura europea, perché rimanevano ancorati alla monocoltura cerealicola e all'allevamento brado del bestiame, perciò decisero di trasformare le loro proprietà in aziende agricole con produzioni varie, e con una casa circondata da fiori (flora). Fu incrementato il sommacco (materia prima per la concia delle pelli), furono piantati vigneti, furono curati olivi di varia qualità, si piantarono mandorli domestici ed alberi di frutta varia; nei terreni più aridi e dove la roccia era affiorante si piantarono appositamente fichidindia, per rompere la roccia e creare così un terreno da destinare a colture più redditizie, l'erba migliorò di qualità, si scavarono numerosi pozzi per prendere l'acqua, che abbondante scorreva nel sottosuolo, ed irrigare colture deperibili come gli agrumi. I proprietari decisero inoltre di girare di muri le loro terre per impedire l'accesso agli intrusi che potevano arrecare danni e sistemarono la viabilità facendo costruire strade carrozzabili per poter raggiungere le loro aziende più agevolmente. Le ville che si trovano nella Piana dei Colli non furono tutte costruite ex novo ma ad esclusione di qualche sporadico caso, rappresentato ad esempio dalla Villa del Principe di Resuttano, molte nacquero dalla trasformazione di corpi di fabbrica preesistenti, di origine esclusivamente agricole ( Bagli ) e talvolta fortificati per far fronte al pericolo di incursioni piratesche dal vicino golfo di Mondello. In questo quadro di organizzazione della campagna dei Colli, Villa Pantelleria divenne quindi una villa immersa in un vastissimo parco cui si accedeva da un viale aperto da due pilastri sormontati da leoni rampanti simbolo dei Principi di Pantelleria.
Tratto da http://www.parcovillapantelleria.it/complesso-monumentale/il-parco.html