Visita l'oratorio del rosario di Santa Cita
L'ingresso è sul lato s. della chiesa di S. Cita, in vìa Valverde. Vi si accede attraverso un elegante loggiato tardo-cinquecentesco a duplice ordine, con archi a pieno centro su svelte colonne. Nell'antioratorio sono alcuni ritratti dei governatori della Compagnia. L'oratorio edificato nel XVII secolo ricevette l'attuale decorazione per mano di Giacomo Serpotta in lunghi anni di lavoro, tra il 1686 ed il 1718 circa. Il fluido addobbo scultoreo anima le pareti con impetuoso ritmo decorativo cui concorrono i vivaci quadri a rilievo, le mosse figure sugli sporti, le circolari corolle di putti, i cartocci, gli ornati mobilissimi, le grottesche, le foglie e i frutti esuberanti. Sulle pareti lunghe, le edicole delle finestre segnano, con il loro chiaro impianto architettonico ed il forte timpano, altrettante pause all'ininterrotta decorazione; ma sulla parete d'ingresso ogni architettura è scomparsa lasciando libero campo ad un amplissimo panneggio che una folla di putti sospende scherzando tra le duttili pieghe, nascondendosi, arrampicandosi, recando a volo trofei di guerra, capriolando con gioia ed otti-mismo sfrenatamente infantili. Sul grande rilievo centrale della parete corta d'ingresso, due putti giocano con un'aquila ed un Icone in arcadico accordo della loro infantile natura con ogni creatura del mondo naturale. Ma sotto di quello, due ragazzi di stupenda resa realistica, presso un significativo fascio d'armi, attraverso i loro abiti a brandelli ed i loro visi emaciati, accusano i deleteri effetti della guerra, cui tut-tavia il grande rilievo con la « Battaglia di Lepanto » fa, di malavoglia, una celebrazione affettata, in nome della simbolica vittoria della fede sui miscredenti. Sui fianchi del presbiterio le due figure di « Giuditta » e di « Ester » sono i simboli di quell'ideale di bellezza femminile che l'artista persegue in armonia col suo secolo, rendendo cavalieresco omaggio alla grazia ca-pricciosa ed alla seduzione sottile dei corpi cordialmente sensuali. Tuttavia in. queste due figure muliebri, come nelle altre allegoriche delle pareti, l'artista piega quell'avvenenza fascinosa a maggiore pensosità precorritrice quasi di analoghi modelli neoclassici. I quindici Misteri del Rosario alle pareti sono altrettanti quadri che la sensibile mano del Serpotta ha modellato con senso pittorico e vivace vena narrativa. Sulla parete lunga di s. sono: l'« Annunciazione », la « Visitazìone », la « Natività », la « Cinconcisione » ; presso il presbiterio, a s. « Gesù nel tempio » e a d. « Crocifissione »; sulla parete lunga di d. « Gesù nell'orto », la « Coronazione di spine », la «Veronica ». Nella parete d'ingresso, a s. la « Resurrezione » e l'« Ascensione », a d. la « Pentecoste » e l'« Assunzione », in alto « Incoronazione di Maria ». Sull'altare maggiore un quadro della « Madonna del Rosario » è opera di Carlo Maratta qui collocata nel 1695. Pregevoli sono inoltre le cantorie e i banchi dei confrati con intarsi in madreperla.
Tratto da Giuseppe Bellafiore