Visita Teatro Massimo Vittorio Emanule
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modellino del teatro
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Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa (terzo in ordine di grandezza architettonica). Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, che può ospitare circa 1.400 spettatori, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Alla sua apertura, per monumentalità e dimensione (oltre 7.700 metri quadrati), suscitò le invidie di molti; come si può facilmente verificare leggendo i giornali italiani dell'epoca (es: L'Illustrazione Italiana del 6 giugno 1897). Perfino Re Umberto dichiarò: «Palermo aveva forse bisogno di un teatro così grande?». Di gusto neoclassico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero demoliti alla fine dell’Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate che seguirono il concorso del 1864 vinto dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile, il cui impresario era Sebastiano di Stefano; il teatro venne completato dal figlio, l'architetto Ernesto Basile che, nel 1891 alla morte del padre, gli era subentrato. L'impresa di costruzioni che edificò il Teatro Massimo V. E. II di Palermo apparteneva ai due Soci - Giovanni Rutelli e Alberto Machì. I'architetto Cav. Giovanni Rutelli, di antica famiglia italiana con tradizioni anche nel settore dell'architettura fin dalla prima metà del settecento palermitano con l'architetto S.r Mario Rutelli (bisnonno di Giovanni), completò l'opera nel 1896 con la propria direzione tecnica e costruttiva (tutte le opere murarie, le quali erano in pietra da taglio, dalle fondamenta sino all'ossatura dei solai, comprese tutte le decorazioni esterne). Il Rutelli, costruttore civile ed imprenditore molto richiesto, era pure un profondo esperto sia delle antiche costruzioni greco-romane (e della relativa architettura) che della scienza stereotomica, conoscenze ereditate da quella stessa famiglia composta non soltanto da diversi architetti ed imprenditori provenienti dall'antica ed importante scuola siciliana degli architettori di impronta classica e barocca, ma anche da artisti puramente classici della scultura, conoscenze essenziali e preziose per poter erigere un edificio - tempio del genere e mole come il Teatro Massimo, vero monumento dall'autentico stile greco-romano, completando così il progetto dell'eclettico Basile. Da ricordare che G.B.F. Basile aveva organizzato dei corsi di formazione d'arte classica sia per l'intaglio della pietra che per la decorazione atti a formare un adeguato numero di esperti maestri preparati a dare le volute forme, e quindi a poter rifinire nei minimi dettagli richiesti tutti gl'innumerevoli blocchi di pietra viva da taglio necessari all'edificazione dell'imponente teatro, a parte le precise ed originali decorazioni esterne da apportare in seguito (durante quel periodo il numero di maestri esperti intagliatori a disposizione era estremamente esiguo poiché le note Maestranze dei tempi erano già andate scomparendo); per la costruzione, di maestri dell'intaglio se ne impiegarono addirittura circa centocinquanta. Fra l'altro fu l'occasione da parte del Rutelli di ideare anche una rivoluzionaria gru azionata da un motore a vapore e caratterizzata da un sistema di pulegge/carrucole e cavi, che si impiegò effettivamente e con successo per il sollevamento dei grossi massi e colonne a considerevoli altezze per quel tempo, il che poté accelerare anche il proseguimento dei lavori. Nel 1897 si inaugurò ampiamente l'apertura ufficiale del Teatro. Nel 1997 venne riaperto dopo un lunghissimo periodo d'abbandono iniziato nel 1974 per motivi di restauro procrastinato. Inoltre Vittorio Emanuele non entrò mai in quel teatro poiché affermò che era troppo bello per la città di Palermo.
Tratto da Wikipedia