Sant'Agostino - Palermo da vedere

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Visita Sant'Agostino
detta Chiesa di Santa Rita

cortile interno
LA FACCIATA. La fondazione della chiesa risale ad epoca angioina cioè alla seconda metà del Duecento. La facciata è degli ultimi anni di quel secolo o dei primi del successivo e fu edificata per orgogliosa munificenza delle famiglie degli Sclafani e dei Chiaramonte che apposero i loro stemmi che ancora si vedono ai lati di essa. Sulla nuda cortina muraria s'appoggiano il portale e il rosone, composti in unità da un disegno di geometrica purezza. Il portale, severo ed ascutto, ha scarsa strombatura e sensibile slancio. La sua decorazione è condotta in superficie con rabeschi preziosi a motivi astratti o floreali stilizzati. L'intarsio tufaceo ed il rilievo scultoreo sono lievi e pittorici. Nel rosone le colonnine irraggiano, dall'« Agnus Dei », un moto circolare che vibra largo e sonoro negli archi intrecciati e costellati di lori a guisa di stelle. Il portale laterale, nella via S. Agostino, è opera quattrocentesca forse di Domenico Gagini e Andrea Mancino. I grossi girali di foglie, che s'intrecciano sugli stipiti e nell'architrave, soverchiano gli esigui tondi figurati e rivelano una personalità esuberantemente decorativa. La lunetta con il bassorilievo della « Madonna del Soccorso » è d'altra mano e vi fu aggiunta nei primi anni del XVI secolo. In alto, « L'Eterno Padre »; sull'architrave, tre santi agostiniani; sugli stipiti, sei tondi: in quelli alti e medi, quattro sante, in quelli bassi, « Creazione d'Adamo » a s. e << Creazione di Eva » a d. Negli zoccoli: « Peccato originale » a s. e « Cacciata dal Paradiso » a d.

GLI STUCCHI DEL SERPOTTA. L'interno della chiesa ad unica nave, nuda e suggestiva nel suo originario aspetto, subì, già agli inizi del sec. xvi, una prima alterazione con l'apertura del presbiterio. Nel 1671 fu quindi totalmente rifatto con l'aggiunta delle grosse lesene tra le cappelle e di uno spesso strato d'intonaco. Successivamente Giacomo Serpotta fu chiamato a dare unità decorativa all'interno. La qualità delle sculture non è uniforme e rivela la larga partecipazione di aiuti. In un'ala di un angelo serpottiano, sull'ingresso principale, è segnata la data 1711, anno indicativo per la datazione dell'intero ciclo. Talune cappelle furono decorate più tardi tra il 1724 ed il 1729 e. Le statue a tutto tondo raffigurano santi e personaggi allegorici i cui nomi è agevole rilevare nelle scritte sui sottostanti plinti. La seconda figura di d. reca sul dorso la firma del Serpotta e sulla mensola una lucertola, simbolo dell'artista (serpe in dialetto siciliano è la lucertola). Sull'arco del presbiterio è l'emblema agostiniano sollevato da sensibili figure di angeli. Di vivo senso realistico sono le dieci lunette delle cappelle laterali.

IL CONVENTO AGOSTINIANO. Si svolge attorno ad un chiostro, della seconda metà del Cinquecento, con agili arcate su eleganti colonne. Sotto la corsia occidentale sono visibili i resti del convento trecentesco. Attraverso un bel portale tra due bifore (pesantemente restaurate) si accede ad un'ampia sala coperta da volta a crociera costolonata con chiave pendula. Al di là è la sacrestia con un affresco settecentesco con « Storie di S. Agostino » nella volta e buoni armadi barocchi. Del resto del convento sussiste lo scalone del sec. XVIII. Nel chiostro sono conservati alcuni capitelli, forse del distrutto chiostro trecentesco, e un sarcofago barocco con coperchio gaginesco con « Annunciazione ». Nella via Maestri d'Acqua, di fronte alla chiesa di S. Agostino, è il barocco palazzo trucco, poi La Via di Fucilino. Accanto è la barocca piccola chiesa dei diecimila martiri.

Tratto da Wikipedia
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