Visita Palazzo Senatorio
Occupa il lato meridionale della piazza pre toria. Ha la correttezza fredda e geometrica che gli conferì il rifacimento ottocentesco. È sede del Comune fin dal sec. XIV, governò la città di Palermo un Senato presieduto da un pretore e costituito da sei senatori: due per il maggior quartiere del Cas saro ed uno per ognuno degli altri quattro principali quartieri. Esso invigilava sull'annona calmierando i generi e controllando pesi e misure, nominava i rettori e i governanti di vari istituti cittadini, amministrava il patrimonio cittadino, ecc. Il pretore era anche un magi strato essendo a capo della Corte pretoriana con competenza civile. L'elezione dei membri del Senato era riser vata -ad un Consiglio Civico di HO membri eletti fra i cittadini palermitani più abbienti: l'amministrazione comunale era dunque tenuta dagli aristocratici.
Grandi furono gli onori attribuiti in varie epoche al massimo organo cittadino che nel 1722 ebbe la « Grandia di Spagna di I classe» e il titolo di << Eccellenza ». Esso si riuniva in forma solenne ed aveva una propria guardia in uniforme rosso-gialla che scortava a cavallo il corteo delle berline senatorie nelle solenni occasioni. Non sempre agli onori corrisponde vano i diritti spesso usurpati dal potere regio che nominava d'autorità i senatori. Dopo il 1816 i Borboni esautorarono total mente il Senato devolvendone i poteri ad un regio Intendente provinciale; il Consiglio Civico fu sostituito da un decurionato di nomina regia. Ciò fino al 1860. Da allora (escludendo il pe riodo dei podestà fascisti nominati dal potere centrale) l'amministrazione è affidata a rap presentanti eletti dal popolo.
La tradizione fa risalire la fondazione del palazzo al 1300, re gnando Federico II d'Aragona. Fu comunque \attorno al 1470, essendo pretore Pietro Speciale, (che fu eretto il nuovo edificio. Era massiccio, /quadrangolare, a conci squadrati, di nobile aspetto e con alta torre: ogni facciata aveva il suo ingresso essendo quello principale sulla piazza S. Cataldo. Nei secoli xvi e xvii fu ampliato e furono rifatte le facciate sulla piazza pretoria e su via Maqueda. Nel 1823, essendo stato seriamente danneggiato dal terremoto, fu i consolidato e restaurato; l'atrio fu riformato con l'aggiunta del tetrastilo ancor oggi esistente. Il palazzo era dunque un pittoresco centone dn vari stili ed era bene che tale rimanesse. Ma j un accademico progetto dell'architetto Damiani Almeyda cancellò, nel 1875, il colore del tempo riducendo ogni cosa a pedantesca simmetria.
La facciata principale ha in alto una statua di « S. Rosalia» di Carlo d'Aprile (1661) e sul portale un'aquila marmorea dello scultore neo classico Salvatore Valenti. Alcune lapidi ricor dano storici eventi cittadini: la fiera risposta dei Palermitani ai Borboni dopo gli eventi del 1848; lo storico discorso di Garibaldi ai palermitani da un balcone del palazzo (30 maggio 1860); il plebiscito per l'annessione all'Italia (21 ottobre 1860); la cacciata del fascismo, ecc.
Tratto da Giuseppe Bellafiore
Grandi furono gli onori attribuiti in varie epoche al massimo organo cittadino che nel 1722 ebbe la « Grandia di Spagna di I classe» e il titolo di << Eccellenza ». Esso si riuniva in forma solenne ed aveva una propria guardia in uniforme rosso-gialla che scortava a cavallo il corteo delle berline senatorie nelle solenni occasioni. Non sempre agli onori corrisponde vano i diritti spesso usurpati dal potere regio che nominava d'autorità i senatori. Dopo il 1816 i Borboni esautorarono total mente il Senato devolvendone i poteri ad un regio Intendente provinciale; il Consiglio Civico fu sostituito da un decurionato di nomina regia. Ciò fino al 1860. Da allora (escludendo il pe riodo dei podestà fascisti nominati dal potere centrale) l'amministrazione è affidata a rap presentanti eletti dal popolo.
La tradizione fa risalire la fondazione del palazzo al 1300, re gnando Federico II d'Aragona. Fu comunque \attorno al 1470, essendo pretore Pietro Speciale, (che fu eretto il nuovo edificio. Era massiccio, /quadrangolare, a conci squadrati, di nobile aspetto e con alta torre: ogni facciata aveva il suo ingresso essendo quello principale sulla piazza S. Cataldo. Nei secoli xvi e xvii fu ampliato e furono rifatte le facciate sulla piazza pretoria e su via Maqueda. Nel 1823, essendo stato seriamente danneggiato dal terremoto, fu i consolidato e restaurato; l'atrio fu riformato con l'aggiunta del tetrastilo ancor oggi esistente. Il palazzo era dunque un pittoresco centone dn vari stili ed era bene che tale rimanesse. Ma j un accademico progetto dell'architetto Damiani Almeyda cancellò, nel 1875, il colore del tempo riducendo ogni cosa a pedantesca simmetria.
La facciata principale ha in alto una statua di « S. Rosalia» di Carlo d'Aprile (1661) e sul portale un'aquila marmorea dello scultore neo classico Salvatore Valenti. Alcune lapidi ricor dano storici eventi cittadini: la fiera risposta dei Palermitani ai Borboni dopo gli eventi del 1848; lo storico discorso di Garibaldi ai palermitani da un balcone del palazzo (30 maggio 1860); il plebiscito per l'annessione all'Italia (21 ottobre 1860); la cacciata del fascismo, ecc.
Tratto da Giuseppe Bellafiore