Di San Filippo Neri - Palermo da vedere

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Visita l'oratorio di San Filippo Neri

L'oratorio è accanto alla chiesa di Sant'Ignazio e prospetta, di sbieco, su piazza Olivella. Esso rivela la grande abilità dell'architetto che lo costruì, Giuseppe Venanzio Marvuglia, che, avendo a disposizione un'area molto ristretta ed irregolare tra la chiesa anzidetta e l'oratorio dí S. Caterina d'Alessandria su via Monteleone, riuscì a raccordare felicemente i tre edifici.

L'Oratorio adiacente la chiesa viene inaugurato il giorno di Pasqua, 26 marzo 1769, dedicandolo a San Filippo. Completato in cinque anni di costruzione, sappiamo costò "onze 6.125,14 tari" pari a lire 78.099,70 (di fine Ottocento). Misura 36 metri su 15 di larghezza. Narra Gaspare Palermo che "essendo stato il disegno della magnifica chiesa e casa superiore alle loro forze, i Padri, che molto confidavano nella Divina Provvidenza, furono aiutati dalle abbondatissime elemosine offerte dalla generosità popolare, tanto che in breve tempo raggiunsero la considerevole cifra di 8.000 scudi". La progettazione si deve all'architetto palermitano che volle dotarlo di vestibolo, cantorie e deambulatorio. La struttura testimonia il passaggio dal rococò al neoclassicismo. Le otto colonne di pietra bigia in materiale nostrale sembrano configurare le tre navate della tipica pianta latina, come peraltro allude l'assetto funzionale dell'aula liturgica, utilizzabile anche a scopo ludico-ricreativo. Non ci sono sedie o panche sul perimetro, non ci sono affreschi o altre opere dí rilievo: la "bellezza" dell'Oratorio si concepì nella sua utilità.  


La pianta rispetta lo schema tradizionale degli oratori: è quindi ad aula, ma si arricchisce per la presenza di un colonnato che dall'ingresso giunge all'altare; esso richiama il peristilio del tempio greco ma, a differenza di esso, è all'interno dell'edificio. L'edificio è uno dei più raffinati esempi della cultura artistica a Palermo tardo-settecentesca. Il prospetto è di salda ed elegante linearità classica, animato dal timpano semicircolare sull'ingresso, cui fa riscontro l'ampio fìnestrone curvilineo della seconda elevazione. La decorazione artistica si deve agli scultori Pennino per l'angelo sul limano della facciata e i capitelli corinzi interni, del Marabitti è la gloria di angeli in marmo (1775), che fa cornice alla tela del pittore Martorana, raffigurante la SS. Vergine che porge il bambino Gesù a San Filippo. Si tratta di una raffigurazione unica e tuttavia riprodotta nel primo Novecento, in seguito all'incendio dell'originale. L'altare ornato di pietre semipreziose e bronzi dorati a fuoco, custodisce le reliquie del martire San Feliciano (patrono dell'Oratorio Secolare). La volta a botte riquadrata da cassettoni classicheggianti resi a in attesa di restauro, come tutto poiché dalla ricostruzione nel dopoguerra si è avuto qualche intervento solo parziale di recupero. Infine non trascurabile all'orecchio più fine, è l'ottima acustica che diffonde il suono all'interno e isola dall'esterno.

Tratto da un banner all'ingresso dell'oratorio.
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