Visita Piazza Bologni
LA PIAZZA BOLOGNA. Posta tangenzialmente al Cassaro, ha taglio geometrico. Danni bellici, manomissioni, demolizioni, incuria hanno sfigurato l'aspetto di questa che era una delle più belle piazze palermitana. Fu aperto negli anni 1566-67 al tempo di Carlo d'Aragona, presidente del regno, e si chiamò in suo onore largo Aragona. Fu successivamente denominato largo dei Bologna, per la presenza del palazzo che Aloisio Bologna, barone di Montefranco, costruì nella seconda metà del Cinquecento, nel luogo dove ora sorge quello dei Villafranca. In quel largo si affacciarono presto alcune nobili costruzioni. Poco dopo il 1568 sorse, di fronte al palazzo dei Bologna, la chiesa di S. Nicolo dei carmelitani, esistente fino alla fine del secolo scorso quando, adattata ad ufficio postale, fu interamente trasformata. Del convento carmelitano, cui la chiesa era annessa, tuttora sussistono il portale settecen tesco (al n. 7) e il severo chiostro.
IL MONUMENTO DI CARLO V. Vi fu eretto nel 1631 ed è uno dei pochi sfuggiti al risentimento popolare contro i monarchi; in altre piazze o in altre vie molti altri re sono stati giustiziati in effige. L'imperatore coronato d'alloro è in atto di giurare fedeltà ai privilegi ed alle costituzioni del Regno di Sicilia; ciò egli fece difatti a Palermo nel 1535 tornando dalla spedizione di Tunisi. La statua, fusa in bronzo, è opera di Scipione Li Volsi ed era dapprima destinata all'Ottangolo di piazza Vigliena. Il piedistallo fu scolpito da Giacomo Cirasolo e Luigi Ceraci, i bassorilievi sono opera di Gio vanni Travaglia (1632): vi è un'aquila imperiale a due teste, un'idra a sette testa e due colonne col motto « plusultra », le colonne d'Ercole superate dall'imperatore che aveva domini oltre l'Oceano. I palermitani, in epoche di servitù politica, parlarono per bocca del bonario imperatore nelle pasquinate affisse clandestinamente ai suoi piedi.
IL MONUMENTO DI CARLO V. Vi fu eretto nel 1631 ed è uno dei pochi sfuggiti al risentimento popolare contro i monarchi; in altre piazze o in altre vie molti altri re sono stati giustiziati in effige. L'imperatore coronato d'alloro è in atto di giurare fedeltà ai privilegi ed alle costituzioni del Regno di Sicilia; ciò egli fece difatti a Palermo nel 1535 tornando dalla spedizione di Tunisi. La statua, fusa in bronzo, è opera di Scipione Li Volsi ed era dapprima destinata all'Ottangolo di piazza Vigliena. Il piedistallo fu scolpito da Giacomo Cirasolo e Luigi Ceraci, i bassorilievi sono opera di Gio vanni Travaglia (1632): vi è un'aquila imperiale a due teste, un'idra a sette testa e due colonne col motto « plusultra », le colonne d'Ercole superate dall'imperatore che aveva domini oltre l'Oceano. I palermitani, in epoche di servitù politica, parlarono per bocca del bonario imperatore nelle pasquinate affisse clandestinamente ai suoi piedi.
Tratto da Giuseppe Bellafiore