Visita Cappella di San Cataldo
LA CAPPELLA DI S. CATALDO. È accanto alla chiesa dell'Ammiraglio, sul medesimo terrapieno. Si presenta nell'aspetto che le diedero i radicali restauri condotti dal Patricolo nel 1882-85. La chiesa fu edificata poco dopo il 1154, al tempo di Guglielmo I, dall'ammiraglio Matone di Bari quale cappella di un sontuoso palazzo oggi scomparso. Passò quindi in proprietà del successivo regio ammiraglio Silvestre di Marsico che nel 1161 vi seppellì la figlia Matilde, come risulta da una lapide sepolcrale conservata all'interno. Il re Gugliemo II donò nel 1182 la cappella e il palazzo ai Benedettini di Monreale che vi rimasero fino a quando tutto l'edificio, nel 1787, fu trasformato in ufficio postale. Pianta di S. Maria dell'Ammiraglio (in rosso compatto le strutture medioevali esistenti, a tratteggio quelle medioevali distrutte, rigate quelle barocche). La costruzione è un blocco parallelepipedo dal quale emerge solamente l'abside principale. Le pareti sono variate in superficie dal motivo delle arcate cieche e sono definite in alto da una elegante cimasa (molto restaurata). L'interno, nonostante abbia pianta rettangolare, ha spazio centralizzante per la presenza di quattro colonne che definiscono tre serie di campate, quelle della navata principale coperte da cupolette emisferiche su nicchie angolari e quelle delle navatelle chiuse da crociere. La chiesa è un tipico prodotto delle maestranze di cultura fatimita a servizio di committenti cristiani. Taluni capitelli sono antichi di reimpiego, altri coevi al monumento. Originali sono anche il bel pavimento a tarsie e un altare in cui sono incisi una croce e i simboli degli evangelisti.
Tratto da Giuseppe Bellafiore